warping

Che cos’è il warping? il warping è quel difetto che a volte si crea nelle nostre stampe dovuto ad una caratteristica propria dei materiali che utilizziamo per le nostre stampe 3d sia che sia PLA, ABS, PTFE etc etc e che in pratica consiste nell’arriciamento degli estremi delle basi delle nostre stampe in 3d.

warping
Vediamo meglio….

Come la maggior parte dei materiali esistenti, la plastica, di qualsiasi tipo sia, subisce per effetto delle variazioni termiche dei cambiamenti di volume.

Quando andiamo a scaldare nel nostro hotend il filamento, questi oltre a cambiare dallo stato solido ad uno fluido, subisce una variazione di volume che può influenzare il risultato anche in modo abbastanza evidente.

Questo non succede solo quando si scalda ma anche quando si fredda, naturalmente con la conseguenza inversa e con caratteristiche diverse a seconda del materiale utilizzato.

Ora pensiamo ad un pezzo con una base abbastanza ampia e vediamo cosa succede al momento del primo layer.

Il filamento scaldato, ad esempio a 210°, viene depositato su una superficie molto più fredda subendo una alterazione termica che ne varia le dimensioni diminuendole.

Il secondo layer costruito sul primo, avrà una base di appoggio più calda rispetto al primo e quindi subirà uno shock termico diverso e così via il terzo e quarto layer.

PLA, ABS, PTFE….tutto uguale?

No ovviamente, ad esempio il PLA se raffreddato rapidamente quasi non subisce questo effetto, al contrario l’ABS che addirittura da il meglio di se stampato in una camera calda.

Viene da se ogni materiale ha un comportamento diverso. Naturalmente il warping non si cea solo per questi motivi ma anche se abbiamo un bed non correttamente livellato o i nostri assi X e Y scorrono in modo non corretto.

Come dicevamo sopra l’effetto è dovuto principalmente ad uno schock termico e nel caso di materiali che hanno un valore alto di temperatura di utilizzo, sicuramente un piatto riscaldato ci aiuta ad evitare il difetto.

solo il piatto riscaldato?

Praticamente tutti gli slicer offrono un aiuto per diminuire che la nostra base si stacchi dal piatto arricciandosi agli estremi.

Vediamo quali sono e come funzionano queste impostazioni:

La meno invasiva di tutte è sicuramente il BRIM. Questa impostazione non fa altro che allargare le dimensioni della superficie di appoggio al piatto del pezzo da stampare esclusivamente per il primo layer.

E’ normalmente possibile, negli slicers, specificare anche di quanto e ovviamente più larga sarà minori saranno le possibilità che la base vera e propria del pezzo si stacchi dal bed.

Tenete presente però che, come abbiamo detto prima, ogni materiale può subire il warping in modo diverso e in alcuni casi può tornarci utile un’altra possibilità offerta dagli slicers e cioè, utile ad esempio per il PLA, quella di impostare l’utilizzo delle ventole per raffreddare il pezzo solo a partire da un determinato layer e anche con che intensità.

Naturalmente, ad influenzare il crearsi del warping o meno, sarà anche la velocità con cui stampiamo il primo layer, più lavoreremo lentamente migliore sarà l’adesione al bed.

Naturalmente un bed riscaldato ad esempio a 50°/60° per il PLA o a 90°/100° per l’ABS contribuiscono a diminuire lo schock termico che subisce il primo layer e quindi le possibilità che si crei il warping.

Un’altro rimedio consiste nel cospargere il bed di un sottile strato di lacca per capelli che avrà la funzione di aggrappante.

Questo però solo in caso di utilizzo di un piatto non riscaldato o comunque di una temperatura del bed inferiore a 60° perchè le lacche per capelli oltre questa temperatura cristallizzano vanificando “l’effetto incollante” per cui sono concepite.

Ancora un aiuto dagli slicers….

Più sottile sarà lo spessore della parete orizzontale maggiori saranno le probabilità che si crei il warping.

Semplicemente impostando un valore più alto alla parete nostra base, in cura slicer alla voce BOTTOM, minori saranno le possibilità di avere il warping.

Drastica soluzione rappresenta l’utilizzo del RAFT. Tradotto dall’inglese raft significa zattera.

Provate a pensare alla precaria imbarcazione con cui un naufrago sulla solita isola deserta tenta di raggiungere la terraferma presente in tutti i film a tema.

Una serie di tronchi intrecciati tra loro che lo tengono sollevato dalle acque dei mari infestate da ferocissimi squali affamati. Ebbene il RAFT si comporta esattamente come una zattera, tenendo sollevato il nostro pezzo dal bed per diminuire lo schock termico da contatto con il piatto.

Ovviamente con un pò più di precisione rispetto alla zattera a cui accennavo prima.

Perchè drastica?

Con il RAFT eliminiamo la possibilità o quasi che si crei il warping ma come effetto indesiderato avremo la nostra base poggiata tramite un reticolo al bed, reticolo che poi dovremo togliere e che inevitabilmente lascerà dei segni sul nostro pezzo.

Fin qui abbiamo visto soluzioni economiche per contrastare il warping ma volendo investire qualche cosa si possono acquistare piatti appositamente studiati e progettati per migliorare l’adesione o prodotti specifici per la stampa 3d come il kapton.

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